06.01.2021
Per L’esigenza di rimodulare le spese a carico del Recovery Plan il piano Transizione 4.0 si appresta ad essere revisionato in riferimento ai crediti d’imposta in quanto la Commissione europea, per il Recovery Plan, chiede interventi che siano veramente legati alla svolta digitalizzazione dell’industria
I cambiamenti allo studio dovrebbero far parte del prossimo decreto legge ma ci sarà sicuramente una clausola di salvaguardia, ritenuta indispensabile dal ministero dello Sviluppo economico, per evitare incertezze.
Le modifiche introdotte saranno comunque retroattive, scatteranno cioè per investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020, cosi come era stato previsto dalla manovra di bilancio.
Vediamo ora cosa dovrebbe cambiare.
- L’ex superammortamento per i beni strumentali tradizionali, sarà in vigore solo per il 2021 con un credito d’imposta del 10% nel limite massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni. Le imprese, e non solo le Pmi, potranno fruire del credito d’imposta in un’unica quota annuale nel 2021.
- Per converso, Il credito d’imposta 4.0 sarà maggiorato al 50% anche nel 2022, e non solo per il 2021, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni (fruizione del credito in tre quote).
- Per i beni strumentali immateriali 4.0, principalmente i software, l’aliquota salirà al 25% dal 20% previsto dalla manovra .
- l’agevolazione per i software di base, non 4.0, salirà dal 10 al 15% al pari dei dispositivi per lo smart working, sia per il 2021 sia per il 2022 con massimale a 1 milione di euro.
- Modifiche riguarderanno anche il credito di imposta per investimenti R&S e innovazione. Il tax credit per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale passerà dal 20 al 25% con tetto a 4 milioni; per innovazione tecnologica finalizzata alla digitalizzazione 4.0 o alla transizione ecologica si salirà dal 15 al 20% con limite a 2 milioni.